7 ottobre 2019
Sulla riduzione del numero dei parlamentari "non ho timori perché è un passaggio che definisce la prosecuzione dell'accordo di programma. In questi giorni con i capigruppo abbiamo già cominciato a discutere di come cambiare i regolamenti parlamentari dopo la votazione, adeguandoli a un Parlamento con 600 eletti".
Lo afferma il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà in un'intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano sul numero del 6 ottobre 2019.
D'Incà è anche intervenuto sui 'cambi di casacca', suggerendo alcune possibili azioni per evitarli:
"Si potrebbe aumentare la soglia minima di componenti per i gruppi formati a legislatura in corso, alzando la quota di 20 membri alla Camera e di 10 in Senato. Oppure cancellare le attuali deroghe sul numero necessario". Per D'Incà, "poi si possono introdurre dei disincentivi sul piano economico come già avviene in altri Paesi europei, prevedendo meno risorse per i nuovi gruppi".
Secondo il Ministro per i Rapporti con il Parlamento "siamo di fronte a un problema etico, e nessuno vuole toccare libertà e prerogative del singolo parlamentare. Ma ognuno deve assumersi la responsabilità del cambio di gruppo, e non farlo per motivi di pura convenienza".